Abbiamo ripetuto il viaggio di studio a Forlì con studentesse e studenti del Corso di Scienze per il paesaggio UniPd. In mezzo il seminario del 16 maggio 2024, di cui sotto il programma. Questa seconda visita conferma lo schema iniziale: differenze fra città e campagna nell’offerta di soluzioni al contenimento delle piene e diversa possibilità di fare prevenzione sul Ronco e sul Montone, per una serie di fattori orografici, agronomici e gestionali. Una sintesi della visita del 23 novembre 2024, comparso anche sui social, è qui:
“Un bel viaggio di studio; ho visto studentesse e studenti partecipi, calati nella situazione post alluvionale di Forlì e dintorni. Capaci anche elaborare a loro modo qualche idea su come affrontare la transizione idrica (di questo infatti si parla alla stessa stregua di quella energetica). Resta confermata la differenza fra Ronco e Montone, il primo per il quale è stato possibile attuare qualche misura preventiva del rischio idraulico, il secondo, che arriva prepotente in città, per il quale le misure preventive – distanziamento degli argini, bacini di laminazione, aree di esondazione controllata – sono più difficili e lunghe da approntare. Sperare nella cabala idraulica ossia che dopo tre alluvioni ravvicinate non ne arrivi una quarta, è atteggiamento irrazionale anche se comprensibile. Infine, puntare ‘tutto’ sul rafforzamento degli argini (diaframmi), sul loro innalzamento e sulla pulitura degli argini dando la caccia agli animali fossori è illusorio, pur ancora una volta comprensibile: tiene tutta la soluzione dentro gli angusti confini arginali e non intacca proprietà e usi del suolo esterni. Ringrazio tutte-i, anche chi come Benedetta Castiglioni, coordinatrice del corso di Scienze per il Paesaggio, sostiene questi istruttivi viaggi di studio”.
Seminario organizzato dal Campus Universitario di Forlì (UniBo, prof. G. Manella), in collaborazione con l’insegnamento di Sociologia dell’ambiente e del territorio dell’Università di Padova (prof. G. Osti)
16 maggio 2024, ore 9.30
Lo scopo è capire se e come le scienze sociali si possono inserire nelle politiche di sicurezza idraulica proponendo analisi su due versanti: gli assetti urbanistici che rendono particolarmente vulnerabili i territori alle inondazioni, e il funzionamento delle istituzioni volte a garantire la sicurezza idraulica, andando oltre il consueto appello alla partecipazione della società civile. Il punto di convergenza è la socializzazione idrica, la quale ha bisogno di incarnarsi in territori specifici e di ricerche sul campo. E’ quello che si vuole fare con i fiumi Ronco e Montone a Forlì
La tragica alluvione del maggio 2023 che ha colpito quasi tutta la Romagna non può essere liquidata con la sola straordinaria quantità di pioggia caduta in quei giorni (piena su scala millenaria) né essere solo oggetto di schermaglie politiche. L’intreccio fra morfologia dei fiumi, sviluppo urbano e organizzazione dei servizi di protezione idraulica e civile è fortissimo e richiede uno studio interdisciplinare. La complessità è notevole e, tutt’oggi, non vi sono modelli che includano cambiamento climatico, idrologia, assetti territoriali e stili organizzativi delle comunità locali. Per semplificare serve individuare casi emblematici, messi a durissima prova dagli eventi alluvionali dello scorso anno. I fiumi Ronco e Montone, che scendono quasi paralleli dall’Appennino, lambiscono la città di Forlì e poi si uniscono a Ravenna, si prestano a essere un caso di studio comparativo esemplare. La loro esondazione infatti ha avuto conseguenze diverse sul tessuto urbano, industriale e agricolo del forlivese. Ciò è dipeso dalla loro morfologia, senza dubbio, ma non solo. Fattori culturali, sociali e organizzativi hanno pesato nel diverso impatto alluvionale dei due fiumi sui territori sia a monte, sia nella zona mediana (via Emilia) sia a valle. Il seminario si propone di iniziare a dipanare l’intreccio socio-idrico dei due fiumi in modo da far emergere sia i ruoli di componenti esperte e profane sia alcune prospettive di azione futura nell’ipotesi che anche letture sociologiche del territorio possano avere una rilevanza nelle decisioni degli attori deputati alla sicurezza idraulica.
Documentazione
Dopo l’alluvione dell’Emilia Romagna va ripensato tutto, di Luca Carra, Scienzainrete, 15 maggio 2024 https://www.scienzainrete.it/articolo/dopo-lalluvione-dellemilia-romagna-va-ripensato-tutto/luca-carra/2024-05-15
Alluvione, la proposta: l’’idrocittà’: “Quartieri che dovranno conviverci” L’idea dell’ingegnere Andrea Nardini, che boccia le casse di espansione, in un incontro di Legambiente “È naif pensare che non risuccederà. Vanno selezionate zone in cui il fiume, allagando, faccia meno danni”. il Resto del Carlino, 10 maggio 2024
L’alluvione in Emilia-Romagna. Gli interventi in emergenza. L’inquadramento meteo e idrologico. Gli effetti sul territorio e sull’ambiente. Le prospettive di prevenzione e adattamento per creare comunità più resilienti, “Ecoscienza”, Rivista di ARPAE, n. 5 novembre 2023, anno XIV.
https://www.forlitoday.it/cronaca/mappa-citta-alluvionata-forli.html è un articolo del 17 maggio 2023 con foto aeree e informazioni sulle aree allagate di Forlì
Rapporto della Commissione tecnico-scientifica istituita con deliberazione della Giunta Regionale ER n. 984/2023, al fine di analizzare gli eventi meteorologici estremi del mese di maggio 2023 https://www.regione.emilia-romagna.it/alluvione?fbclid=IwAR0TUbAAfg0SzpcBLoMO1XGpxf2ISBVvlMmkOReWpRV33mmOyeq91R_G5xw_aem_AbwsgThmAUC09EaOURqA2Oi6_PGLWTc3vGnWlmrOVkAAS15hQOInES3mPOItIPcDa-i6iUnz6v6IgL1w_LRAkOAD
Piano degli interventi contro il dissesto idrogeologico e per la ricostruzione post-alluvione della Romagna: entro giugno il varo https://www.forlitoday.it/cronaca/dissesto-idrogeologico-e-ricostruzione-post-alluvione-entro-giugno-il-piano-definitivo-degli-interventi.html.
Ora (26 apr 2024) escono alcune interessi anticipazioni su cosa contiene il piano regionale; qui una estrema sintesi: https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/cronaca/24_aprile_25/alluvione-in-emilia-romagna-il-piano-di-prevenzione-dopo-il-disastro-spostare-3-400-tra-case-e-aziende-ed8aca1e-55af-49c2-aaaa-2a2ef58bdxlk.shtml?refresh_ce, la filosofia appare giusta; la misura sulle delocalizzazioni delicata; quindi servirà un attento monitoraggio della concreta realizzazione su territori fragilissimi
https://www.forlitoday.it/cronaca/alluvione-spiegazione-tecnica-pardolesi-salotto-blu.html qui alcuni elementi per capire perché il fiume Montone è esondato e ha rotto gli argini a Forlì, mentre il fiume Ronco che corre più incassato a est, fra Forlì e Forlimpopoli, non ha generato danni in città. Il diverso comportamento alluvionale dei due fiumi nel maggio del 2023 è alla base dell’ipotesi di lavoro del seminario.