Posto questa bella intervista a Paride Antolini, presidente dei geologi dell’Emilia-Romagna, perché rende bene diversi concetti: non c’è una causa unica della crisi idrica della Romagna, così non serve tanto andare a caccia di capri espiatori (l’istrice di turno o la pulizia dei fiumi), quanto muoversi a più livelli, con tempestiche anch’esse graduate, con interventi puntuali e una reimpostazione degli usi dei suoli esterni alle aste fluviali; tenere assieme tutte queste sfasature non sarà facile, perché la gente è arrabbiata o stanca e le istituzioni soverchiate dalla grandezza del compito. Epperò, non bisogna mollare, continuare a studiare soluzioni, dialogare su piani razionali, aver fiducia nel futuro. Per questo ultimo scopo prendo una immagine dal logo di un seminario intitolato ‘Acque: ponte del futuro‘.

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