Sul destino idrologico della Romagna: ritrovare ragioni e speranze

Sul destino idrologico della Romagna: ritrovare ragioni e speranze

Posto questa bella intervista a Paride Antolini, presidente dei geologi dell’Emilia-Romagna, perché rende bene diversi concetti: non c’è una causa unica della crisi idrica della Romagna, così non serve tanto andare a caccia di capri espiatori (l’istrice di turno o la pulizia dei fiumi), quanto muoversi a più livelli, con tempestiche anch’esse graduate, con interventi puntuali e una reimpostazione degli usi dei suoli esterni alle aste fluviali; tenere assieme tutte queste sfasature non sarà facile, perché la gente è arrabbiata o stanca e le istituzioni soverchiate dalla grandezza del compito. Epperò, non bisogna mollare, continuare a studiare soluzioni, dialogare su piani razionali, aver fiducia nel futuro. Per questo ultimo scopo prendo una immagine dal logo di un seminario intitolato ‘Acque: ponte del futuro‘.

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Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico, prime valutazioni

Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico, prime valutazioni

E’ uscito a fine maggio 2024 il PNIISSI che raccoglie 521 interventi ammissibili per una spesa di quasi 12 miliardi di euro. Un documento per il quale urge una valutazione indipendente e sistematica, difficile da farsi perché la lista degli interventi (c’è l’obbligo di trasparenza) richiede uno sforzo di analisi quanti-qualitativa impressionante. Vi sono infatti numerose implicazioni tecniche e contestuali difficili da inquadrare. Un primo sforzo in questo senso deriva dalla “Deliberazione” del Collegio del Controllo Concomitante della Corte dei Conti che fa alcune cose utilissime: ricostruzione degli antecedenti legislativi, individuazione dei criteri di analisi e dell’iter amministrativo, prima classificazione per tipo di intervento incrociato con le macroaree dell’Italia. Molte cose sono da capire meglio e seguire nella loro sperabile realizzazione. Quello che colpisce nella elaborazione del PNIISSI è la modalità di costituzione: la valutazione di 562 proposte progettuali giunte da ATO, utility dell’acqua e consorzi di bonifica; quasi tutte le proposte sono state accettate, come a dire il Piano assomiglia ad un enorme processo bottom-up con una regia centrale (governo nazionale, nella fattispecie il MIT e la Cabina di Regia) volutamente debole (semplificazione della governance), relegata a procacciatrice di fondi …. Il governo dell’acqua italiano somiglia così ad un sistema federale sui generis nel quale emergono potenti corporazioni come le multiutility e i consorzi di bonifica.

Fiumi Ronco e Montone: indagine socio-idrica ad un anno dall’alluvione in Romagna

Fiumi Ronco e Montone: indagine socio-idrica ad un anno dall’alluvione in Romagna

Seminario organizzato dal Campus Universitario di Forlì (UniBo, prof. G. Manella), in collaborazione con l’insegnamento di Sociologia dell’ambiente e del territorio dell’Università di Padova (prof. G. Osti)

16 maggio 2024, ore 9.30

L’area dell’ospedale di Forlì durante l’alluvione del 15 e 16 maggio 2023. Foto ForlìToday

Lo scopo è capire se e come le scienze sociali si possono inserire nelle politiche di sicurezza idraulica proponendo analisi su due versanti: gli assetti urbanistici che rendono particolarmente vulnerabili i territori alle inondazioni, e il funzionamento delle istituzioni volte a garantire la sicurezza idraulica, andando oltre il consueto appello alla partecipazione della società civile. Il punto di convergenza è la socializzazione idrica, la quale ha bisogno di incarnarsi in territori specifici e di ricerche sul campo. E’ quello che si vuole fare con i fiumi Ronco e Montone a Forlì

Programma


La tragica alluvione del maggio 2023 che ha colpito quasi tutta la Romagna non può essere liquidata con la sola straordinaria quantità di pioggia caduta in quei giorni (piena su scala millenaria) né essere solo oggetto di schermaglie politiche. L’intreccio fra morfologia dei fiumi, sviluppo urbano e organizzazione dei servizi di protezione idraulica e civile è fortissimo e richiede uno studio interdisciplinare. La complessità è notevole e, tutt’oggi, non vi sono modelli che includano cambiamento climatico, idrologia, assetti territoriali e stili organizzativi delle comunità locali. Per semplificare serve individuare casi emblematici, messi a durissima prova dagli eventi alluvionali dello scorso anno. I fiumi Ronco e Montone, che scendono quasi paralleli dall’Appennino, lambiscono la città di Forlì e poi si uniscono a Ravenna, si prestano a essere un caso di studio comparativo esemplare. La loro esondazione infatti ha avuto conseguenze diverse sul tessuto urbano, industriale e agricolo del forlivese. Ciò è dipeso dalla loro morfologia, senza dubbio, ma non solo. Fattori culturali, sociali e organizzativi hanno pesato nel diverso impatto alluvionale dei due fiumi sui territori sia a monte, sia nella zona mediana (via Emilia) sia a valle. Il seminario si propone di iniziare a dipanare l’intreccio socio-idrico dei due fiumi in modo da far emergere sia i ruoli di componenti esperte e profane sia alcune prospettive di azione futura nell’ipotesi che anche letture sociologiche del territorio possano avere una rilevanza nelle decisioni degli attori deputati alla sicurezza idraulica.


Documentazione

Dopo l’alluvione dell’Emilia Romagna va ripensato tutto, di Luca Carra, Scienzainrete, 15 maggio 2024 https://www.scienzainrete.it/articolo/dopo-lalluvione-dellemilia-romagna-va-ripensato-tutto/luca-carra/2024-05-15

Alluvione, la proposta: l’’idrocittà’: “Quartieri che dovranno conviverci” L’idea dell’ingegnere Andrea Nardini, che boccia le casse di espansione, in un incontro di Legambiente “È naif pensare che non risuccederà. Vanno selezionate zone in cui il fiume, allagando, faccia meno danni”. il Resto del Carlino, 10 maggio 2024

L’alluvione in Emilia-Romagna. Gli interventi in emergenza. L’inquadramento meteo e idrologico. Gli effetti sul territorio e sull’ambiente. Le prospettive di prevenzione e adattamento per creare comunità più resilienti, “Ecoscienza”, Rivista di ARPAE, n. 5 novembre 2023, anno XIV.

https://www.forlitoday.it/cronaca/mappa-citta-alluvionata-forli.html è un articolo del 17 maggio 2023 con foto aeree e informazioni sulle aree allagate di Forlì

Rapporto della Commissione tecnico-scientifica istituita con deliberazione della Giunta Regionale ER n. 984/2023, al fine di analizzare gli eventi meteorologici estremi del mese di maggio 2023 https://www.regione.emilia-romagna.it/alluvione?fbclid=IwAR0TUbAAfg0SzpcBLoMO1XGpxf2ISBVvlMmkOReWpRV33mmOyeq91R_G5xw_aem_AbwsgThmAUC09EaOURqA2Oi6_PGLWTc3vGnWlmrOVkAAS15hQOInES3mPOItIPcDa-i6iUnz6v6IgL1w_LRAkOAD

Piano degli interventi contro il dissesto idrogeologico e per la ricostruzione post-alluvione della Romagna: entro giugno il varo https://www.forlitoday.it/cronaca/dissesto-idrogeologico-e-ricostruzione-post-alluvione-entro-giugno-il-piano-definitivo-degli-interventi.html.

Ora (26 apr 2024) escono alcune interessi anticipazioni su cosa contiene il piano regionale; qui una estrema sintesi: https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/cronaca/24_aprile_25/alluvione-in-emilia-romagna-il-piano-di-prevenzione-dopo-il-disastro-spostare-3-400-tra-case-e-aziende-ed8aca1e-55af-49c2-aaaa-2a2ef58bdxlk.shtml?refresh_ce, la filosofia appare giusta; la misura sulle delocalizzazioni delicata; quindi servirà un attento monitoraggio della concreta realizzazione su territori fragilissimi

https://www.forlitoday.it/cronaca/alluvione-spiegazione-tecnica-pardolesi-salotto-blu.html qui alcuni elementi per capire perché il fiume Montone è esondato e ha rotto gli argini a Forlì, mentre il fiume Ronco che corre più incassato a est, fra Forlì e Forlimpopoli, non ha generato danni in città. Il diverso comportamento alluvionale dei due fiumi nel maggio del 2023 è alla base dell’ipotesi di lavoro del seminario.

Gli intrecci del fiume. Piccole trame in equilibrio variabile

Gli intrecci del fiume. Piccole trame in equilibrio variabile

Comunicato Stampa di Ediciclo Editore. Arriva in libreria dal 29 marzo per i tipi di Ediciclo editore il nuovo libro di Elisa Cozzarini Gli intrecci del fiume. Piccole trame in equilibrio variabile. Dopo Radici Liquide e Acqua guerriera, Cozzarini – da sempre impegnata su tematiche ambientali – torna ad occuparsi della questione delle acque, con un breve ma intenso saggio dedicato ai fiumi che diventano, esplorati per la collana piccola filosofia di viaggio, luoghi della memoria e spazio del selvatico da proteggere.

All’origine c’è stato il suono. Il rumore della roggia che sentivo scorrere da bambina, nei luoghi di vita e di gioco, con l’arietta fresca che arrivava dalla montagna ad accarezzarmi. Il rumore bianco. Non me ne accorgevo, ma mi accompagnava ogni volta che mettevo piede fuori casa, quando mi affacciavo alla terrazza in cucina, o dal salotto, oppure quando stavo in giardino. Crescendo, ritrovavo quel suono accanto ai ruscelli, nelle passeggiate in montagna, e mi faceva stare bene. L’ho capito molti anni dopo, quando, andando a trovare la nonna d’estate, mi sono portata un libro e mi sono seduta lì fuori a leggere. E il rumore mi ha portato via. I luoghi più speciali sono avvolti dal suono dell’acqua che scorre libera, ricordo dell’infanzia, di un tempo dilatato che appariva infinito.

Elisa Cozzarini vive e lavora in provincia di Pordenone. Laureata in Scienze Politiche, si occupa di ambiente,
e in particolare di fiumi, da oltre quindici anni. Come giornalista, collabora con La Nuova ecologia, il mensile
di Legambiente, e con il magazine online Vita.it. Si dedica al racconto dei luoghi attraverso la scrittura, la
fotografia e l’audiovisivo. Fra i suoi libri: Acqua guerriera. Vite controcorrente sul Piave (Ediciclo, 2015),
Radici liquide. Un viaggio inchiesta lungo gli ultimi torrenti alpini (Nuovadimensione, 2018) e Passeggiate
d’acqua (Odòs, 2022).