Gent.mi sottoscrittori, come già annunciato, con l’assemblea del 21 maggio 2021, riconosciuto il raggiungimento degli obiettivi su cui si era fondata, la Rete del Manifesto per il Po ha considerato conclusa l’esperienza associativa sviluppata. Ha deciso al contempo di trasmettere all’Autorità di Bacino che è stata il partner istituzionale della nostra iniziativa e a tutti i sottoscrittori del Manifesto l’elenco degli aderenti e di mantenere a disposizione dei soggetti interessati, il patrimonio di materiali e relazioni costruite nel tempo (2017-2021). Ciò affinché le finalità del Manifesto possano essere portate ulteriormente avanti in altre e più incisive forme. In tale ottica i contenuti del sito www.manifestoperilpo.it , che manterrà la visibilità fino a marzo 2022, verranno trasferiti nel sito di archiviazione https://manifestoperilpo1.wordpress.com/ liberamente accessibile a tempo indeterminato. Con questa comunicazione concludendosi anche il nostro mandato di rappresentanti della rete del Manifesto per il Po, vi ringraziamo della fiducia che ci avete accordato e per quanto abbiamo costruito insieme.
Italian Water Diaspora, un gruppo di studiosi interessati alle questioni socio-idriche, organizza assieme a Oses (Observatory on sustainability, equality and social justice dell’Università di Padova), il suo primo seminario di studio. Link al progetto di rinaturazione del Po
Qui la registrazione del seminario. E’ su Facebook; non tutti ce l’hanno ma è facilmente accessibile
“La terra in Italia centrale si sta spaccando, bisogna vivere in campagna per vederlo ( non è un caso che quella fascia di territorio è classificata come siccità estrema). C’è un abbinamento di siccità, che va avanti da oltre tre mesi, e presenza frequente di venti caldi che soffiano molto spesso portando ad un peggioramento del seccume che si riscontra al suolo e nell’apparato vegetale di piante ed arbusti. Iniziano a soffrire addirittura le piante grasse. I pozzi hanno ancora acqua accumulata nel periodo invernale ma ti vengono mille scrupoli ad utilizzare l’acqua bene sempre più prezioso e vitale per dare un po’ di respiro agli alberi” post di Paolo Piacentini su Facebook.
La fonte originaria è questa https://drought.climateservices.it/
Don Giuseppe Mazzocco ci ha lasciati improvvisamente il 23 giugno 2021 durante la sua missione a Beira in Mozambico. Egli era un instancabile animatore della società civile, un testimone affettuoso e timido della bontà umana, un difensore strenuo dei più deboli. La sua eredità spirituale e pratica è immensa. Va assolutamente valorizzata per le generazioni future e per quanti non l’hanno conosciuto. Questo progetto nasce come scrigno morale da cui attingere per iniziative concrete in campo ambientale, sociale e religioso.
Nuove idee per continuare il progetto: orti sociali e scambio di semi
21 giugno 2024 a Costa di Rovigo, incontro su orti sociali e semi nativi … programma estesoqui e slide della ricerca qui. Il piccolo convegno è andato molto bene, la Sala Consigliare del Comune di Costa era tutta piena (70 posti), relatrici e relatori tutti presenti, Sindaco Rizzatello, Vescovo Pavanello e Giuliano Mazzocco a salutare; bravissimi a detta di tutti, Laura De Angeli e Samuele Montibeller, che hanno condotto la ricerca sul campo nella decina di orti presenti in Polesine (vedasi link sopra). Uno spaccato assolutamente interessante di una provincia non grande e considerata ‘agricola’. Belle e varie le testimonianze degli altri autori (vedasi locandina sopra) cui si è aggiunta quella della studentessa Maria Zamperetti (UniPd) che ha parlato della biblioteca di Valdagno, già scambiatrice di semi, ma ora intenzionata a promuovere anche gli orti. Insomma una varietà e vivacità impressionante, capace di contagiare anche i giovani. Ora resta il grosso interrogativo di come continuare per tenere fede all’ispirazione del progetto ‘Libera Agricoltura Sociale-LAgriS’ di fare una ricerca-intervento (26 giu 2024, Giorgio Osti).
Presupposti del convegno LAgriS 2024. La prima fase del progetto ‘Libera agricoltura sociale’ si è conclusa sostanzialmente con il termine dell’assegno di ricerca di Martina Lo Cascio, promosso dall’Università di Padova (Dip. Fisppa), grazie ad una serie di donazioni. Da quel progetto è emersa una ampia gamma di attori ed esperienze coinvolte in attività educative (fattorie didattiche, par la più parte) e attività di sostegno a persone in grave difficoltà, poche invero. La ragione di ciò sta nella complessità e delicatezza che necessita un servizio terapeutico svolto all’aperto in una struttura agricola. Comunque, esperienze ci sono, le abbiamo censite e contattate; dire ‘messe in rete’ è troppo per le fragili spalle del progetto. Un seme è stato piantato e il progetto continua, pur con risorse molto ridotte.
L’idea è di concentrare l’attenzione su orti sociali e semi antichi. Per altro gli orti furono l’attività promossa da don Giuseppe nella malandata periferia di Beira. Insomma siamo in linea con l’ispirazione del progetto. Di orti ne esistono parecchi in tutto il Polesine; hanno forme gestionali varie, sono sostanzialmente isolati l’uno dall’altro e non sappiamo nulla delle pratiche agronomiche. Ciò ci spinge a continuare il progetto in tre direzioni:
censire gli orti sociali, urbani, industriali, di vicinato, scolastici presenti nella provincia di Rovigo
Identificare gli stili di conduzione agronomica: semi, fertilizzanti, irrigazione, varietà ecc.
pensare un abbozzo di rete con appuntamento annuale nel quale scambiare idee, esperienze e semi.
L’ultimo punto potrebbe avvenire in occasione dell’anniversario della scomparsa di don Giuseppe, intorno al 23 giugno. Per il 2024 si potrebbe pensare a Costa di Rovigo, suo paese natale. Ma è una ipotesi. A quanto ci risulta nessuna iniziativa di scambio di semi è mai stata realizzata in provincia, mentre nelle aree contermini ve ne sono parecchie, anche se abbastanza precarie o legate a progetti a termine. In memoria di don Giuseppe si potrebbe iniziare anche a Rovigo e con fruitori deboli e isolati come sono gli orti sociali. In giro vi sono anche esperienze formative per gli orticoltori non professionali, ad esempio questa di Parco Baleno.
FICAROLO (Rovigo) – Si è concluso, mercoledì primo marzo 2023, il primo corso di “Orti in rete” per gli ospiti degli Istituti Polesani, progetto integrato socio-riabilitativo, di abilitazione e sviluppo delle competenze per l’occupabilità e l’inserimento lavorativo. Tale progetto è realizzato con la collaborazione di azienda Agricola Ecoflora di Calto e della sua titolare Giulia Baldelli, da tempo impegnata in progetti di agricoltura sociale
Seminario internazionale Social Farming as a practical and symbolic mediator A rural perspective Registrazionequi 18 novembre 2022 Orario di inizio 10:00 Palazzo di Sociologia – Via Verdi 26, Trento
Un’area che rappresenta bene l’origine, gli interessi e gli ideali di don Giuseppe può essere, fra le altre, l’agricoltura sociale. In questa, infatti, si condensano le sue origini contadine, le sue azioni a favore degli orti urbani, l’attenzione alle aree rurali fragili, il fair trade, la sua sensibilità per la salute mentale. L’agricoltura sociale è un fenomeno praticato e riconosciuto in tutto il mondo. Risponde quindi anche alla vocazione all’universalità di don Giuseppe, il quale ha lavorato in tre continenti. Infine, l’agricoltura sociale, che non a caso si chiama anche green care, ha un insopprimibile lato ecologico, di cui don Giuseppe era genuinamente conscio; egli incarnava perfettamente l’Enciclica Laudato Sì, dato che aveva ben chiara la coniugazione fra difesa dell’ambiente e riscatto dalla povertà.
Adesioni al comitato (25 ottobre 2021): Cooperativa Porto Alegre, Aitsam Rovigo, Aitsam Adria, Aree Fragili APS, Giuliano Mazzocco, Diocesi di Adria-Rovigo, Capolavia Azienda Agricola di Marchetto Andrea, Orticelli di Giulia-Adria, Associazione Portaverta, Emanuele Grigolato, IRSAP SpA, Associazione Down Dadi Polesine, Centro Documentazione Polesano, Gruppo Famiglie Parrocchia di Grignano, Comune di Rovigo (patrocinio), Gruppo Iniziativa Territoriale del Polesine di Banca Popolare Etica, Gruppo Famiglie aperte all’accoglienza, Comune di Adria (patrocinio) ..……
Il progetto per essere completato ha bisogno di ulteriori fondi, oltre ai 20.000 euro già raccolti. Servono altri 8.000 euro che contiamo di raccogliere attraverso donazioni e contributi pubblici. Sollecitiamo caldamente la generosità di quanti hanno a cuore la valorizzazione delle idee e pratiche di don Giuseppe.
Chi volesse fare una donazione può usare l’apposito IBAN della cooperativa Porto Alegre, partner del progetto; potrà usufruire della detrazione/deduzione fiscale prevista per le ONLUS e agevolerà una raccolta ordinata e trasparente dei fondi. Si usi esclusivamente il bonifico bancario, inserendo il proprio codice fiscale, indirizzato a:
IBAN: IT51M0501812101000017088238
Intestato a: Porto Alegre Cooperativa Sociale arl ONLUS
Causale: Erogazione Liberale per progetto Agricoltura Sociale don Giuseppe Mazzocco
Stato di avanzamento della raccolta: 26.336,60 € al 7 febbraio 2022
https://ilbolive.unipd.it/it/news/flusso-oltre-meta-fiumi-mondo-si-interrompe-almeno Questa interessante ricerca sulla intermittenza dei fiumi, anche a latitudine e altitudini che presuppongono flussi costanti di acqua, lascia trasparire importanti conseguenze socio-climatiche, rilevanti anche per la nostra ricerca ‘fiumi e città’. Ora questa indagine si è spostata al centro Italia e il prossimo anno andrà al sud; in entrambe le macro-aree è possibile immaginare una elevata intermittenza dei fiumi, specie d’estate con due conseguenze sociali: corsi d’acqua meno gradevoli e meno fruibili e quindi meno capaci di ottenere attenzioni e protezione da parte di cittadini e istituzioni. Anche gli aspetti igienici diventano problematici, spingendo come si fece a fine 800 alla tombinatura. Insomma, ancora una volta aspetti ambientali, climatici e sociali interagiscono vorticosamente.