Si parte con la fase 2 della ricerca ‘fiumi e città’ – Il centro Italia

Si parte con la fase 2 della ricerca ‘fiumi e città’ – Il centro Italia

fonte: https://www.culturamente.it/news/la-street-art-sui-muraglioni-del-tevere/

Quale miglior avvio della seconda fase della ricerca ‘fiumi e città’ un riferimento dotto al fiume della capitale d’Italia che tratta del passato e del presente dei famosi muraglioni

Ritrovare il Tevere: processi di produzione del sito tra conflitti e retoriche
Francesco Aliberti, Elisa Avellini (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”) IV Convegno Società Italiana di Antropologia Applicata, Università di Trento 19-21 dic. 2016 (libro abstract)

“La città di Roma è continuamente soggetta a negoziazioni riguardo ai tratti culturali più “autentici” da (ri)produrre e presentare, ponendosi al centro di una mobilità di corpi, oggetti e idee che si inseriscono in ideascapes su scala globale. Il fiume Tevere sembra però essere stato escluso da tali dinamiche, e anzi viene raccontato attraverso la retorica del “perduto” che sottolinea la sua “uscita” da Roma a causa della costruzione di corpi mediatori, i muraglioni, che lo pongono a una quota estranea alla città. L’associazione Tevereterno, per recuperare il territorio fluviale, lo ha reso un luogo di “cultura”, affidandosi al noto artista sudafricano William Kentridge. Attraverso un murales dall’essenza volontariamente effimera (scomparirà nell’arco di pochi anni), lungo 500 metri e alto quanto i muraglioni, l’artista e l’associazione hanno avviato un processo di produzione del sito volto a costruire e valorizzare risorse da sfruttare a livello turistico, generando diversi conflitti. Il principale riguarda quale tratto culturale sia “degno” di occupare quella parte del fiume: l’estetica e la storia della città, secondo l’associazione; il commercio, secondo i venditori locali che solitamente occupavano quello spazio durante l’estate. Nonostante i venditori, legittimati dalle istituzioni, fossero venuti incontro alle
istanze culturali organizzando eventi di natura artistica, sono stati costretti a spostarsi. L’etnografia può mostrare come il fenomeno metta in mostra le capacità dell’opera d’arte di oggettivare una risorsa culturale romana (la sua epica storica) in una nuova forma di identità (effimera, decadente e anticamente trionfale), essenzializzando questi tratti e destoricizzandoli. Attraverso il confronto interdisciplinare con architetti e urbanisti, è possibile osservare come il progetto possa utilizzare strumentalmente pratiche quotidiane (reali o supposte) allo scopo di (ri)colonizzare parti di città, creando mobilità turistica multi-scalare (cittadina, nazionale, internazionale), così da (ri)inserire il Tevere dentro Roma entro una retorica del “perso e ora recuperato” però pur sempre attraversata da dinamiche conflittuali di accetta zione.
Bibliografia di riferimento: Appadurai, A. (1996), Modernity at Large. Cultural Dimension of Globalization, Minnesota; Bourdieu, P. (1979), La Distinction. Critique sociale du jugement, Paris; De Certau, M. (1980), L’invention du quotidien, Paris; Gehl, J. (1971), Life between Buildings: Using Public Space, London; Simonicca, A. (2015), Cultura Patrimonio Turismo, Roma.

Water Grabbing

Water Grabbing

Il 13° congresso di sociologia dell’ambiente (Università di Ferrara, 23-24 settembre 2021) avrà per tema l’estrattivismo: “La sfida di Gaia alla società dell’estrazione”; per l’acqua questo si potrebbe dire con efficace espressione inglese “Water Grabbing”. Senza scomodare le drammatiche situazioni del sud del mondo, anche in Italia vi sono situazioni di micro water grabbing che tutte sommate portano a crisi idriche. Lancio qui un appello a partecipare al convegno mandando un proprio abstract su questo tema o affini. La call si trova qui . Disponibile a sentire e confrontarmi con chi volesse partecipare sul tema acqua e fiumi.

Per stare coerenti con il tema del convegno, water grabbing potrebbe essere un cappello entro cui far stare una proposta di abstract in chiave urbano-rurale . Le città accaparrano – questo il senso del grabbing – acqua per vari motivi e in maniera diretta o indiretta. Quasi sempre vi sono sbilanciamenti di potere fra città e campagna e, qualche volta, conflitti idrici. Lobby ben organizzate sono in grado di pilotare l’uso dell’acqua a propri scopi, anche da località remote (controllo a distanza). Non è solo una battaglia di interessi; spesso vi sono importanti dispute tecnico-scientifiche su quale sia il modo migliore per usare l’acqua o per proteggersi da essa: pensiamo all’agricoltura di precisione, alla costruzione di grandi bacini di laminazione a monte delle città, per non parlare delle modalità di depurazione. I temi possono essere molti; se vi fosse un certo numero di abstract convergenti, potremmo chiedere agli organizzatori del convegno di radunarli in una sessione dedicata al water grabbing.

Fonte: https://www.watergrabbing.com/ Water Grabbing Observatory

The Magnificent Four of Development by Water

The Magnificent Four of Development by Water

Probably unique in Italy, a seminar on the socio-political aspects of water within a university course. The Magnificent Four is the title of the seminar and refers to the key sectors of water management: hydraulic safety, irrigation, integrated drinkable water system, hydroelectric industry. The goal is to see if and how water is a source of local development. It takes place within the ‘Social Dynamics in Local Development’ course, University of Padua, taught by Giorgio Osti. The course, started 25 March 2021, has several external guests: Filippo Menga, University of Bergamo, Monica Manto, Consorzio Viveracqua, Natalia Magnani, University of Trento.